Gli ETF Azionari sono fondi a gestione passiva che replicano l’andamento dei titoli azionari emessi da società quotate in Borsa. Grazie a questi strumenti gli investitori comuni hanno l’opportunità di operare sui mercati di tutto il mondo, riducendo i costi e i rischi legati alla negoziazione delle singole azioni.
Un ETF sull’azionario è un buon prodotto sul quale basare la costruzione del portafoglio, magari integrando altre attività per colmare eventuali mancanze. La convenienza è data dalla liquidità, economicità, trasparenza e capacità di diversificazione dello strumento.
Gli ETF disponibili sul mercato sono tantissimi e sono suddivisi per categorie. Si prestano a differenti obiettivi di investimento per cui è impossibile non trovare quello che soddisfa le proprie richieste. Nel compiere la scelta è determinante la composizione dell’indice replicato dal fondo. La scelta non sempre è facile e molto spesso non è neppure così intuitiva come potrebbe sembrare.
Nella guida di oggi voglio elencarti quali ETF, a mio avviso, sono più adatti per costruire un portafoglio solido ed efficace.
Ovviamente farò un discorso generico perché nella pratica la scelta dell’ETF è una questione più che altro soggettiva, ma le mie indicazioni potranno comunque esserti utili. Per ogni altro caso particolare lascio aperto il box devi commenti dove potrai chiedermi ciò che vuoi e confrontarci senza problema.
Buona lettura!
Di cosa parliamo in questo articolo?
ETF sull’Azionario Globale: un buon punto di partenza
Il panorama azionario è ricco di opportunità: praticamente ci sono ETF per qualsiasi mercato, settore economico, area geografica o nazione, e aziende raggruppate per capitalizzazione.
Trovo che gli ETF Azionari più utili per la costruzione di un portafoglio con basi solide, siano quelli che operano la migliore diversificazione possibile, ossia quelli che espongono l’investitore a un indice globale che al suo interno ha un gran numero di titoli.
Un grosso paniere di azioni, diversificato ampiamente sul piano geografico e settoriale, è quello che meglio rappresenta il mercato nella sua interezza, che ti dice cosa c’è di trainante nell’economia mondiale.
Diversificando su una scala globale più ampia non ti leghi alle sorti di un singolo paese o di un singolo segmento economico, ma in pratica riduci il rischio che l’investimento sia fallimentare. Con ciò non voglio dire che un ETF selettivo è sempre da escludere, dipende da qual è la tua strategia e quali sono i tuoi obiettivi.
ETF sull’Azionario USA: se vuoi un paniere selettivo scegli un’economa solida
La scelta di circoscrivere il raggio d’azione a uno specifico mercato non è di per sé sbagliata e può essere motivata da ragioni disparate. Per esempio, potresti avere sul conto titoli altri investimenti, per cui ti serve qualcosa di mirato che possa completare il tuo portafoglio.
Devi considerare, però, che focalizzandoti su una certa area geografica, o su una singola nazione, la diversificazione del rischio è meno efficace e può andare a tuo svantaggio.
L’esposizione al rischio è anche maggiore se ti concentri esclusivamente sul mercato domestico, quindi solo sull’Azionario Italiano. Dovesse esserci una recessione economica a livello nazionale, sia la tua situazione reddituale che i tuoi investimenti ne risentirebbero.
Legare tutte le tue risorse economiche al destino di un solo paese non è un buon affare, corri rischi importanti che un investimento più diversificato ti permetterebbe di evitare.
Un altro limite importante degli ETF circoscritti a una regione o a una singola nazione consiste nel fatto che, spesso, hanno un portafoglio sbilanciato sul piano settoriale, poiché riflettono un assetto economico nel quale primeggiano determinati settori mentre altri hanno un peso marginale, con tutte le conseguenze che possono scaturire.
Il consiglio che posso darti è di investire con criterio, scegliendo un mercato solido e ben diversificato, per esempio quello degli Stati Uniti. La scelta è sensata sotto molteplici punti di vista: il sistema economico USA è il più strutturato, solido e diversificato al mondo.
Le più importanti aziende statunitensi esercitano un’influenza sull’economia globale, non a caso il Mercato Azionario USA occupa la fetta più grande all’interno di molti indici internazionali.
ETF sull’Azionario dei Paesi Emergenti: conviene?
I Paesi Emergenti sono quelle nazioni con un sistema economico ancora giovane ma in rapida crescita. Posso rappresentare una grande opportunità ma anche un grosso rischio se l’investimento non è correttamente ponderato.
Mentre fra i Mercati Sviluppati si annoverano: Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Germania, Spagna, Francia, Italia, Norvegia, Svizzera, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Austria, Belgio, Svezia Danimarca, Finlandia, Irlanda, Grecia, Cipro, Israele, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud e Singapore.
I principali Mercati Emergenti sono quelli di Brasile, Russia, India e Cina (detti BRIC). Ci sono poi: Sudafrica, Turchia, Argentina, Messico, Cile, Perù, Venezuela, Repubblica Ceca, Ucraina, Estonia, Ungheria, Polonia, Lettonia, Lituania, Romania, Taiwan, Indonesia, Malesia, Pakistan, Filippine e Tailandia.
Ciò che accomuna molti di questi paesi è l’elevato tasso di crescita economica, che però si accompagna alla mancanza di solide basi e regolamentazioni sul piano economico-finanziario. C’è sempre il rischio che il mercato crolli da un momento all’altro.
Le opportunità di guadagno fanno gola a molti investitori poiché queste economie danno risultati sopra la media, il prezzo da pagare però è una maggiore volatilità ed incertezza che potrebbe vanificare ogni possibile prospettiva di guadagno.
Investire nei Paesi Emergenti non è di per sé un’idea malsana, dipende ovviamente dal tuo approccio: è importantissimo diversificare il rischio e non basare tutto il portafoglio su un ETF di questa categoria.
Mettiamo che vuoi aumentare leggermente la redditività dell’investimento ma senza esporti eccessivamente. Puoi farlo scegliendo l’indice giusto, ad esempio un indice globale che ripartisce l’investimento tra economie sviluppate e in via di sviluppo.
A seconda dei tuoi obiettivi, la componente azionaria dei Mercati Emergenti all’interno dell’ETF potrà essere più o meno significativa, io comunque consiglio la prudenza.
ETF Settoriali: rischio oppure opportunità?
Il mio pensiero riguardo agli ETF Settoriali è meno morbido. Gli ETF Settoriali sono fondi che investono in un singolo settore, che sia finanziario, industriale, bancario, energetico, petrolifero, delle telecomunicazioni, della salute, dei beni di consumo, e così via. Possono diversificare sul piano geografico, ma di fatto si legano al destino di un solo ramo economico.
Questi ETF soddisfano le esigenze degli investitori che cercano extra-rendimenti rispetto agli indici generici. In effetti, in base ai momenti, un singolo settore può realizzare performance sopra la media, ma può avvenire anche il contrario registrando brutti tracolli.
Comprare un ETF settoriale per aggiungere del valore al portafoglio può avere senso, ma deve essere un investimento mirato, che sfrutta una particolare situazione o previsione economica.
Credo che questi strumenti debbano essere maneggiati solo da mani esperte, ossia da investitori che conoscono approfonditamente le dinamiche del mercato a cui fanno riferimento, e che sanno come e quando investire. Non sono alla portata di tutti.
Migliori ETF Azionari da comprare
Arriviamo al dunque, quali ETF è meglio avere in portafoglio?
A mio giudizio, in un’ottica di diversificazione, conviene costruirsi un paniere di attività che si basa su indici solidi e noti. Di seguito elenco i tre migliori ETF che possono fare da base per la tua attività d’investimento.
Se poi vorrai integrare con altre attività finanziarie, magari più rischiose o più conservative, potrai sempre farlo a tua discrezione, mantenendo il portafoglio bilanciato.
1) ETF su MSCI World Index
L’MSCI World Index è il più importante indice azionario globale, rappresentativo dell’economia dei Paesi Sviluppati.
Include 23 nazioni, e 1.603 titoli emessi da società di media ed alta capitalizzazione, categorizzate per settore economico di appartenenza, tra cui si annoverano le aziende più importanti al mondo: Apple, Microsoft, Amazon, Facebook, Alphabet, Johnson & Johnson, Visa Inc., Nestlé, Procter&Gamble.
Naturalmente l’influenza degli Stati Uniti e del settore delle Tecnologie dell’Informazione è rilevante all’interno dell’Indice. Ma è anche ben diversificato per cui si adatta all’investitore che vuole seguire l’andamento delle borse mondiali e crescere con il mercato. Sul lungo periodo è una strategia vincente ed i grafici parlano chiaro.
A mio parere, gli ETF che replicano l’MSCI World Index sono una carta da avere assolutamente nel mazzo!
2) ETF su S&P 500
Standard & Poor’s 500 è il principale indice della Borsa statunitense che ha in paniere 500 società a maggiore capitalizzazione, quotate al New York Stock Exchange (NYSE), all’American Stock Exchange (AMEX) e al NASDAQ.
Ovviamente parliamo di società come Apple, Microsoft, Amazon, Facebook, Alphabet, Johnson & Johnson, Berkshire Hathaway, J.P. Morgan Chase, Visa Inc. e altre aziende enormi, magari con nomi meno famosi.
Per quanto concerne i singoli settori, i più rappresentati sono quello dell’Information Technology, dell’Health Care, dei consumi, delle comunicazioni, il settore finanziario e industriale. Per investire nel Mercato USA non c’è indice migliore.
3) ETF su MSCI Emerging Markets Index
L’Indice MSCI Emerging Markets contiene le più grandi aziende dei Mercati Emergenti (26 paesi e 1.100 titoli). È diversificato geograficamente e settorialmente.
Il peso maggiore ce l’hanno Cina, Corea del Sud, Taiwan e India. I settori principali sono quello finanziario (19.07%), dei beni di consumo (17.38%), dell’Information Technology (16.93%) e dei servizi di comunicazione.
Rispetto all’MSCI World Index, l’MSCI Emerging Markets è più performante ma anche più volatile sul breve periodo. Inserito all’interno di un portafoglio bilanciato può rappresentare quella marcia in più per i propri investimenti.
Se sei avverso al rischio eccessivo e ti piace fare affidamento sulle economie strutturate ma senza rinunciare a un po’ di movimento, allora un compromesso può essere rappresentato dall’Indice l’MSCI All-Country World, un indice globale che oltre ai Paesi Sviluppati integra anche quelli Emergenti.
Solo il 12% o poco più dell’Indice MSCI ACWI è destinato a questa fetta di mercato, per cui puoi godere dei benefici derivanti da una maggiore diversificazione e di un potenziale di crescita leggermente superiore, pur mantenendo il grosso della tua posizione sui Mercati Sviluppati.
Per ogni indice scegli l’ETF migliore
Il processo di selezione non si esaurisce qui, perché per ogni indice azionario possono esserci svariati ETF che lo replicano. Il passo successivo è capire quale fondo è il più conveniente tra quelli disponibili.
Il procedimento è abbastanza semplice: per ogni indice devi trovare gli ETF che lo replicano e metterli a confronto tra loro. In questa operazione puoi appoggiarti a un sito web specifico che raccoglie e categorizza tutti gli ETF sul mercato – se ne trovano diversi su internet. In questo modo la selezione sarà più veloce.
Una volta che avrai davanti a te tutti i fondi esistenti dovrai confrontarli sulla base di alcune importanti caratteristiche che ti elenco qui sotto:
- Il costo percentuale annuo, cioè quanto costa annualmente essere all’interno del fondo – inutile sottolineare che il fondo che costa meno, a parità di performance, è quello più redditizio;
- La politica scelta per la gestione dei proventi. Alcuni fondi sono ad accumulazione, per cui i proventi generati sono reinvestiti nel fondo stesso. Altri ETF seguono una politica di distribuzione in modo tale da erogare un’entrata regolare ai partecipanti. Non c’è una soluzione migliore dell’altra, dipende da quello che ti interessa: vuoi risparmiare e far crescere il capitale o vuoi generare delle entrate regolari da spendere subito? A te la scelta;
- Il fornitore dell’ETF, la grandezza del fondo e la sua età. Sono da preferire un fornitore esperto e trasparente, un fondo grande con un volume importante e che sia già rodato, in modo da avere uno storico delle performance da valutare;
- La liquidità dell’ETF stesso – più è scambiato più è facile rivenderlo;
- Il metodo di replica, ossia se l’ETF detiene gli stessi titoli nella stessa proporzione come espresso dal benchmark o se effettua una replica sintetica;
- Il livello di esposizione al rischio di cambio e se c’è una copertura valutaria.
Dove e come acquistare gli ETF?
Una volta capito cosa comprare, non resta che capire dove e come acquistare materialmente gli ETF che ti servono da inserire nel tuo portafoglio.
Gli Exchange Traded Funds sono negoziati in tempo reale sulla borsa valori, proprio come le azioni, il mercato di riferimento per l’Italia è ETFplus, gestito da Borsa Italiana.
Su ETFplus puoi accedere tranquillamente a tantissimi ETF, più di mille, sicuramente trovi quelli principali. Effettuare materialmente l’acquisto non è difficile, puoi passare tramite la tua banca o rivolgerti a un broker autorizzato. Ho scritto due guide a riguardo che ti invito a leggere:
La prima opzione è sicuramente quella più ovvia e immediata, ma non è detto che sia anche quella più conveniente a livello economico e in fatto di offerte disponibili.
Passando dalla banca in pratica acquisti l’ETF attraverso il tuo conto corrente online con deposito titoli, proprio come faresti per l’acquisto di singole azioni. Ti basta accedere al tuo account e cercare l’ETF tramite il codice ISIN, il nome identificativo del fondo.
Digitando il codice nel box di ricerca, che in genere tutti i depositi titoli hanno, ti verrà fuori l’ETF che stai cercando, pronto per essere acquistato con un semplice click.
Se non dovessi trovare il fondo che ti interessa (raro ma possibile) non devi fare altro che contattare l’assistenza clienti e chiedere che l’ETF venga registrato. In genere quando parliamo di ETF molto scambiati è difficile che non siano presenti.
E con questo concludo l’approfondimento sui migliori ETF Azionari da comprare.
A presto!